Volontariato e Questione Femminile - Campagna Elettorale (2022)


INCONTRO CON LE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO
UN COMMENTO PERSONALE

Domenica 28 maggio a Palazzo Moroni, noi candidati Sindaco abbiamo avuto l'occasione preziosa di ascoltare la voce e il punto di vista della Consulta Provinciale  del Volontariato.
L'incontro è stato ricco di spunti, soprattutto di stimoli, qualcuno piuttosto "energico".
Come la relazione di Paolo Gubitta, che ha elencato tutto quello che mancava dai nostri programmi, che lui affermava sicuro di avere letto! Tuttavia, durante questa sonora strigliata, che era, evidentemente, rivolta soprattutto all'amministrazione uscente (a chi altrimenti? Hanno avuto ben cinque anni per collaborare insieme), fra le questioni importanti su cui intervenire, ben più di qualcuna era in realtà presente nel nostro programma. Ho chiarito il mistero a fine incontro, quando il simpatico professore, mi ha gentilmente rivelato che i programmi non li aveva letti, ma aveva cercato alcune parole chiave tra le quali "giusta transizione ecologica" e "welfare generativo". Noi di Alternativa abbiamo scritto un programma per i cittadini, in un linguaggio che potessero comprendere. Se si va alla sostanza, c'è scritto molto, su quei temi, e sul tema dell'inclusione sociale effettiva. L'ho invitato a leggerlo.

Sulla questione femminile, mi ha commosso la gratitudine espressa da Patrizia Zantedeschi ai rappresentanti istituzionali e candidati che sono passati al centro Antiviolenza a manifestare il loro appoggio. Che anime belle.
Passerelle elettorali a parte, il compito di un politico attento al mondo femminile è quello di attivarsi su tutti i fronti affinché le donne non ci finiscano nei centri antiviolenza, dando loro strumenti e supporto sociale tali da potersi liberare da relazioni tossiche e violente. 
Bisogna lavorare sull'autonomia economica e abitativa, fare in modo che le donne sole con figli abbiano accesso ad abitazioni popolari, che abbiano vere strutture sociali in ogni quartiere - vicino a casa! - che le aiutino nel lavoro di cura dei figli: asili nido con orari prolungati, centri diurni presidiati con attività ricreative per i più grandi, per permettere loro di impiegarsi a tempo pieno in lavori che pagano salari capaci di mantenerle, non solo part-time. Altrimenti la scelta tra subire violenza e la sopravvivenza propria e soprattutto dei figli, che spesso è il motivo per cui si sacrificano, non c'è! 
Una donna sola con figli deve potercela fare, in questa società, senza dipendere da nessun altro. In un momento di crisi economica, in cui spesso gli uomini perdono il lavoro o non vogliono pagare gli alimenti, non si può fare affidamento sui tribunali e basta. 
Indipendentemente dalle colpe, uno Stato civile deve assicurare a tutti - uomini e donne - di poter vivere dignitosamente con il proprio lavoro. A maggior ragione chi si ritrova da solo con dei minori, deve poter avere servizi che lo supportino attivamente.

E se posso permettermi un piccolo appunto polemico, il dibattito su una statua in Prato o la dedica di qualche aiuola, più che portare l'attenzione su questi temi, rischia di sviarla su chine scivolose. Contano solo le donne famose? 
Quelle normali, in carne e ossa, sono invisibili, ma sopra ogni cosa è invisibile la mole di lavoro di organizzazione e cura della famiglia che le donne hanno sulle loro spalle, parallelo a quello salariato fuori casa, irrinunciabile oggigiorno a far quadrare il bilancio domestico. Doppio lavoro, che diventa triplo quando c'è anche qualche anziano di cui prendersi carico. Donne ordinarie, che vivono un presente di fatica straordinaria nella più totale  incomprensione e noncuranza. 
Alleviare quel peso, che ricade sul 50% della popolazione, è il primo compito di una politica attenta ai bisogni reali della società.






 

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