Appello al voto - Campagna Elettorale (Giugno 2022)
Contro l’astensionismo, l’importanza del voto
Noi cittadini domenica dobbiamo vincere lo schifo, la noia, la pigrizia e andare a votare.
Se non votiamo, noi non contiamo.
Si parla tanto dell’importanza della “partecipazione” in una democrazia, ma cos’è poi questa partecipazione? Non è necessariamente essere iscritti a un partito. E’ occuparsi di quello che succede intorno a noi, perché non cade dal cielo, ma è voluto. Ma soprattutto è avere chi rappresenta i nostri interessi nei luoghi del potere.
E come facciamo a capire se una persona fa i nostri interessi? Se la nostra vita migliora invece di peggiorare, se diventa più facile, se abbiamo le cose che ci servono, non quelle che dicono che ci servono, ma non è vero, servono ad altro, agli affari privati di qualcuno.
Non sarà il semplice voto a salvare la democrazia, ma il voto consapevole di cosa significa veramente. Il voto elettorale non è come il voto ad “Amici”, non va dato a chi sembra buono, bravo, rassicurante, gentile, capace (…a fare cosa?...chiediamocelo!), ma deve andare a chi farà i nostri interessi. Non l’interesse generale – che in realtà non esiste, perché la società è fatta di interessi confliggenti - ma un interesse di parte. La politica è partigiana. Votare i partigiani degli interessi altrui, è follia.
Se non votiamo per noi, non contiamo. Molti pensano “ma tanto, alla fine, non contiamo lo stesso”
Non è vero. E’ quello che ci vogliono far credere.
Ogni volta che votiamo contro lo schieramento dominante, o quello finto antagonista, gli scombiniamo i piani, gli accordi sottobanco tra compagni di merende, lo costringiamo a faticare per riprendere il controllo. E nel frattempo qualcosa di buono lo facciamo passare. Apriamo i cassetti, tiriamo fuori le carte, e ne chiediamo conto “questo cos’è?!?”.
Se perseveriamo nell’essere contro, caparbiamente, anche quando tutti ci dicono che dobbiamo essere ragionevoli, uniti, volerci bene, e furfanterie manipolatorie simili, per loro diventa sempre più difficile.
La gente mi dice che ha perso fiducia, che i rappresentanti eletti tradiscono. E’ vero. Ma non è scusa sufficiente, perché ogni volta che eleggiamo persone nuove che sembrano oneste, qualcuna lo è davvero. E i parlamentari di Alternativa ne sono un esempio e nel Parlamento della Repubblica continuano a rappresentare i nostri interessi. E può succedere anche nel nostro comune. Che non è affatto un comune moderno o aperto alla modernità. Padova è una città medioevale, ed è rimasta nel medioevo. Ci sono i quartieri castello, ci sono feudi d’interesse privato protetti da mura di privilegio, invisibili quanto intollerabili.
Domenica dobbiamo vincere lo schifo del malaffare travestito da progresso, la noia della retorica delle chiacchiere e del buonismo, la pigrizia, o meglio la stanchezza, perché dopo una settimana di lavoro si vorrebbe riposare e fare almeno una mezza giornata al mare. No. Dobbiamo dimostrare che vogliamo la democrazia, quella vera.
Una democrazia che non si misura dalle critiche che permette, ma da quanto critiche vengono prese in considerazione, se scalfiscono il blocco di potere consolidato, se fermano gli ingranaggi. Le critiche hanno voce se hanno gambe. Se non sono solo opinioni, ma se sono interessi rappresentati nelle istituzioni.
Domenica 12 giugno, Padova ha un’ALTERNATIVA.