Intervento Ascom - Campagna Elettorale Padova (2022)


Campagna Elettorale per ALTERNATIVA

Fiera di Padova, 17 maggio 2022. L’Ascom incontra i Candidati Sindaco.


Alternativa nasce come gruppo parlamentare in opposizione al governo Draghi, alle sua politica economica e la gestione della pandemia, alla sua politica estera, totalmente prona agli Stati Uniti.

Io mi sono occupata principalmente di politiche macroeconomiche per la piena occupazione, ho curato il libro di un economista americano Randall Wray pubblicato da Elsevier Heterodox economics for the 21st century, economista che è venuto a parlare nel 2019 a Vigonza su invito di Damiano Gottardello che ancora ringrazio, a un numeroso gruppo di imprenditori veneti.

E’ un piacere poter parlare invitata da una associazione, l’ASCOM, che rappresenta una delle categorie fra le più vezzeggiate e adulate nei periodi elettorali, e fra le più tradite dalle amministrazioni elette.

I partiti fanno grandi promesse, per poi fare gli interessi di categorie ben più potenti e pesanti. L’amara realtà è che voi siete la base socio-economica attualmente più a rischio del paese. Si, perché dopo aver divorato la classe operaia e la sua forza contrattuale, e poi quella dei lavoratori cognitivi, che guadagnano meno di un operaio, il modello economico che è stato forgiato in questi anni, e di cui le crisi sono la conseguenza non la causa, si porta via le botteghe di vicinato, l’attività autonoma, gli artigiani.

Cioè si porta via il diritto alla libertà d’impresa sancito dalla costituzione.

Un diritto che, fino a qualche decennio fa, non era solo formale ma sostanziale, e permetteva a chi aveva un’idea imprenditoriale di accedere al credito con facilità, avere agevolazioni di Stato. Non diventavano tutti ricchi, ma ci campavano col loro lavoro, bene, compravano casa, mandavano i figli a scuola, e soprattutto contribuivano alla prosperità della propria comunità. Adesso ci sono imprenditori che guadagnano meno dei propri dipendenti, che ci stanno appena con le spese, o che non ci stanno ma tengono aperto perché amano quello che fanno, ci credono, o perché non hanno alternative. Ed è tristissimo. Poi ci sono quelli che chiudono, e perdono tutto, i risparmi di una vita, la passione che ci hanno messo, la fatica e la speranza. Gli economisti, quelli da salotto talkshow , dicono, “è il mercato bellezza. Significa che funziona. Elimina i rami secchi”. Siamo sicuri?

Ecco, di quale mercato si parla oggi e di quale commercio?

Per le attività commerciali, ristoranti e bar, la crisi pandemica è stata la botta finale dopo anni di difficoltà, di una crisi iniziata nel 2012 e mai veramente finita. Scandita da fallimenti, negozi sfitti, imprese chiuse, e una lunga serie di morti che molti si sono dimenticati. Io no. Sono stati chiusi i rubinetti nel momento di siccità. I rami non erano secchi, sono stati fatti seccare. L’abbiamo visto allora, l’abbiamo rivisto durante questi due anni di pandemia. Quando i soldi sono andati ad altri, alla Fiat, ai Benetton

Il modello economico neo-liberista porta alla crescita di quelle società che hanno grandi capitali, in attività diversificate, immobiliari e finanziarie. Hanno dunque una rendita tale che permette loro di assorbire eventuali perdite, con margini inarrivabili per un singolo imprenditore. Alcuni hanno sede in paradisi fiscali e mentre voi pagate fino all’ultimo centesimo, loro non pagano niente. Acquistano a prezzo di saldo terreni, immobili commerciali e ci stabiliscono le loro catene retail. Locali in franchising di tendenza e grande distribuzione organizzata. Non c’è competizione equa. Il piccolino, se lo mangiano. Pensate ad Amazon.

Il fattore determinante, di questo modello, che sfugge alle analisi più superficiali, è il nesso tra pubblico e privato che questa struttura politico-economica comporta. Motivo per cui c’è la corsa degli imprenditori alle cariche pubbliche. Nel quadro normativo europeo il pubblico non può spendere in modo diretto nell’economia, deve avvalersi di operatori privati, ma chi può intercettare le grandi commesse, lo studio dei progetti, gareggiare per i cantieri sono solo le società di un certo livello, con amici al posto giusto. Sono sempre le stesse. Ed ecco che ritroviamo tra gli autori del PUMS, PIANO URBANO DELLA MOBILITÀ SOSTENIBILE, la Technital SpA, quella del MOSE, una storia di successo, ovviamente che ha immaginato nuove linee di mobilità pubblica a servizio di aree GDO già individuate, si parla di poli tecnologici e incubatori di start up. E proprio quello che serviva a risolvere il problema dei negozi sfitti. Vero? Tra l’altro, la commistione pubblico-privato permette al privato di accedere alla fornitura di servizi pubblici essenziali, sanità, asporto rifiuti, energia, ristorazione collettiva scuole e ospedali, etcc..cioè settori in cui i clienti sono certi, perché puoi non spendere per mangiare fuori, ma per curarti devi, e la rendita è assicurata.

Fra le problematiche strutturali che la vostra categoria deve affrontare, c’è la questione salari e pensioni. Abbiamo un problema serio. La domanda langue. La domanda è la disponibilità di spesa nell’economia. I vostri clienti non hanno soldi.

Potete avere il negozio più bello del mondo, sgravi fiscali per tenerlo aperto, parcheggi in centro storico, ma se nessuno ci entra a comprare, perché non può, siamo punto e a capo.

Allora, anziché puntare sulla creazione di lavoro stabile e retribuzioni decenti, su politiche per la piena occupazione, per avere una domanda forte, che sarebbe la prima cosa da fare, ci raccontano la favola del turismo. Che dopo due anni di pandemia, e una guerra in corso, mi chiedo come si faccia anche solo a proporlo. E come si faccia a crederci.

Questi mesi non faranno testo.

La guerra in Ucraina ha determinato un nuovo assetto mondiale. I prezzi delle materie prime e dell’energia aumenteranno, a causa di una strozzatura nella supply chain, delle sanzioni alla Russia che fanno alzare i prezzi in tutto il mondo del gas del petrolio, gli aerei non viaggiano a energia solare. Ma anche a causa della speculazione.

In autunno arriverà lo tsunami. I costi di produzione per le aziende saranno altissimi, alcune chiuderanno, lasciando a casa lavoratori. Tutta questa gente che si muoverà per fare piacevoli giretti, Zaia parla di un milione mezzo di turisti in Veneto nei prossimi 10 anni, francamente, ci credo quando la vedo e soprattutto vedo quanto spendono. Dovremmo aver capito che è una risorsa instabile, e talvolta pure stracciona. Perché tanti turisti comprano i groupon, vanno su AIR B&B, altro che ricchezza. Puntare su un turismo sostenibile, bisogna creare pacchetti appetibili col supporto del comune. Cerchiamo di non puntare su settori economici che sono generatori di lavoro povero.

Quello che noi proponiano è una VISIONE STRATEGICA DELLA CITTA’, una amministrazione pubblica che coordini gli interventi e le attività secondo una logica precisa d’interesse pubblico e dia loro un indirizzo coerente. Vanno perseguiti obiettivi posti in una prospettiva futura che sia radicata nella realtà e abbia un impatto sistemico. La visione deve partire da un’analisi della fase storica, economica e geopolitica. Non dai sogni o da visioni che si avevano 5 anni fa. Noi non siamo contro i cantieri pubblici, figuriamoci!, ma i cantieri vanno aperti per fare cose di vera utilità, non si possono investire milioni in opere che non ci strutturano per affrontare le sfide terribili che ci aspettano.

Interventi devono essere integrati in un progetto di città unico, non possono essere fatti a compartimenti stagni, ripeto, la mancanza di logica anche negli interventi urbanistici dell’ultima amministrazione, si percepisce, gli interventi vanno mirati a

  • Politiche industriali, dobbiamo riportare la produzione a casa. La produzione è potere.

  • Politiche energetiche

  • Politiche sociali di supporto ai redditi, con servizi gratuiti (forme di reddito indiretto) e lavoro di cittadinanza su progetti di interesse pubblico per dare lavoro a chi non ce l’ha. NON SUSSIDI

  • Servizi pubblici efficienti, vanno rivisti i contratti di servizio della mobilità pubblica, dell’asporto rifiuti, il costo dei parcheggi

  • Vanno rinegoziati i mutui con derivati di APS Holding e Interporto Spa

  • Politiche per il commercio di vicinato

Politiche industriali e energetiche

Proposte:

  • Ricollocare le aziende produttive nelle aree industriali preposte utilizzando gli strumenti urbanistici per rimettere ordine e logica nella distribuzione delle attività. Le aree produttive vanno delineate e delimitate, perché le devo fornire di servizi dedicati

  • Parco fotovoltaico e comunità energetica per la ZIP per abbassare sensibilmente i costi fissi delle aziende padovane.

  • Creazione di una task force interdisciplinare per studiare e sviluppare l’attività industriale nel territorio comunale, volte a favorire la creazione di distretti con indotto nell’area metropolitana

  • Studio di una rete logistica che risponda alle esigenze delle imprese e dei lavoratori, implementazione di una rete integrata di trasporto pubblico che coinvolga anche le ferrovie locali, le stazioni dismesse, con interventi volti alla creazione di un circuito metropolitano di superficie in cooperazione con la Regione, intercettando fondi PNRR.

Politiche sociali e di sostegno ai redditi

  • Assunzione del personale comunale e stabilizzazione dei precari secondo la reale necessità di organico, no allo sfruttamento del lavoro volontario negli enti pubblici e musei cittadini.

LA SPESA PUBBLICA PER CREARE LAVORO NON E’ SPRECO NON E’ IMPRODITTIVA. Spreco è dare 95000 al portavoce del Sindaco, non assumere due assistenti sociali in più.

  • Verifica delle retribuzioni e dei contratti dei dipendenti delle aziende partecipate (vedi situazione dei lavoratori di Busitalia) ponendo il tema nei CdA delle stesse.

  • Attivazione del progetto di lavoro di cittadinanza (vedi allegato).

  • Politiche sociali di sostegno indiretto ai redditi, centri diurni anziani e giovani.

  • Adeguamento delle tariffe per fascia di reddito.

Politiche per il commercio

  • Agevolazioni per gli imprenditori che prendono in gestione locali sfitti da più di 6 mesi.

  • Supporto a un sistema di pagamenti comunali sul modello ‘Venetex’ legato al territorio.

  • Disincentivazione della GDO e dei grandi centri commerciali

  • Censimento degli esercizi commerciali per ciascuna area per una valutazione della sostenibilità, punto informativo per le nuove aperture, piano di miglioramento della viabilità e del decoro urbano nelle zone con esercizi commerciali di vicinato. Significa mobilità pubblica sostenibile per il commercio (no tram), parcheggi gratuiti, controllo criminalità.


GIORDANI parla, adesso, di voler fare la città dei 15 minuti, come se non fosse stato lui a governare in questi 5 anni. Cosa ha fatto? La gente la misuro su quello che fa, non su quello che dice di fare



 

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